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Ivrea Paranoica

Ivrea paranoica

Ivrea Paranoica

Ho fatto un patto, sai, con le mie emozioni...
Le lascio vivere e loro non mi fanno fuori.

Vasco Rossi

“Ivrea Paranoica” è il primo laboratorio di immaginazione del futuro di Ivrea che “Cittadini Illumina(n)ti” ha ideato e realizzato, a partire dal luglio 2019.

Un vero e proprio esercizio collettivo in cui fare emergere non soltanto i sogni e le ambizioni delle persone (in particolare di quelle più giovani), ma anche gli incubi, le paure. In molti si sono presentati nel corso delle “Serate impossibili di via Palma” per raccontare i loro più oscuri presagi, mentre un dj li accompagnava con sonorizzazioni di musica elettronica prodotte sul momento e l'artista Luca Cristiano di Arteria di Via Palma dava alle loro parole forma pittorica.

L’attività è iniziata il 26 luglio nel centro storico di Ivrea ed è proseguita presso lo ZAC! con un un gruppo selezionato fra i suoi frequentatori più giovani, circa 20 ragazzi fra i 15 e i 25 anni.

Ne è scaturita una galleria di incubi che – secondo l'ideatore dell'attività Marco Peroni

ha senso considerare anche in questo momento drammatico per tutti, in cui la realtà ha superato ogni fantasia

continua Marco "ma è sorprendente come molti di questi lavori abbiano anticipato di poche settimane quanto poi è davvero accaduto come conseguenza della pandemia Coronavirus, a cominciare dalla sospensione del Carnevale, fino alla vita collettiva frantumata in una miriade di solitudini forzate.

Crediamo che incontrare, ascoltare e rielaborare artisticamente le paure delle persone abbia un valore positivo e vitale. Come rete siamo partiti dalla premessa che sono gli incubi che non esprimiamo e metabolizziamo ad essere i più pericolosi, quelli destinati a perseguitarci più a lungo, anche in una Comunità. Il laboratorio ha mantenuto comunque un registro seducente e giocoso, anche nella severità di certe premonizioni. E’ stato una specie di passaggio dall'esercizio all'esorcismo”.

Riportiamo di seguito alcuni elaborati del laboratorio "Ivrea Paranoica":

Luchino - "Il mio incubo è forse il più banale e semplice per un eporediese: che nei prossimi anni sparisca quella magnifica festa che è il Carnevale di Ivrea. Che per noi è come ci togliessero un pezzo di cuore, di anima, di libertà" (Paranoia 1)

Abderrahman o “Abdy” (14 anni) - "A Ivrea non si fa più il Carnevale, non perché sia proibito ma perché un anno tutti si dimenticano. Poi dopo qualche anno qualcuno si ricorda che c'era questa festa ma tutti gli danno del matto” (Paranoia 2)

Paola (49 anni) - "Il mio incubo peggiore? Che a Ivrea chiudano tutti i cinema" (Paranoia 3)

Simona ( 43 anni) - " Una città di persone come isole. Chiuse, indifferenti, che non comunicano" (Paranoia 4)

Marco (47 anni) - "Se devo pensare a qualcosa che mi fa paura, non penso ad una città un po’ più povera, non penso ad una città più vecchia, non penso ad una città più multietnica, anzi, ma a una città senza ironia" (Paranoia 5)

Mario (15 anni) - “Ivrea in fiamme, tutta a fuoco. Un pazzo di 18 anni un giorno, alla luce del sole e senza nessun motivo brucia tutti tranne me. Gliel'avevo detto di non bruciare tutto ma non mi ascoltava. La polizia interviene ma lui niente, va avanti. Alla fine alla stazione i beve un caffè con gli amici. È a posto così. L'incubo è brutto ma è finito bene. Era in crisi con la banca, problemi così. La sua maglietta era rossa” (Paranoia 6)

Martina (28 anni) - "Ho paura dell'invecchiamento della popolazione di Ivrea e che la città non sia più capace di raccontare storie " (Paranoia 7)

Lucia (55 anni) - "La cosa che temo di più è che si avverino tutti i desideri. Credo che l'insoddisfazioni sia importante per sviluppare la capacità di affrontare il futuro con coraggio" (Paranoia 8)

Giorgio (34 anni) - “Ivrea diventa sorda alle problematiche sociali. Persone sole che parlano fra loro, una in difficoltà cerca di attirare l'attenzione ma nessuno lo considera minimamente. Incapacità di avere rapporti con persone diverse dalla maggioranza” (Paranoia 9)

Francesco (14 anni) - “Torino cresce talmente tanto e ingloba Ivrea, che non esiste più. Sali su una montagna e non vedi più colline e laghi e boschi ma solo condomini. Dove un tempo iniziava la città c'è un cartello che dice Quartiere Ivrea” (Paranoia 10)

Francesco (29 anni) - “Ivrea è un grande centro commerciale di nome Ivrea. Un posto in cui viene un sacco di gente e non si ferma, non si parla, una città vetrina, senza struttura sociale, con i posteggi ma senza piazze” (Paranoia 11)

Aida (4 anni) - "Ho paura del buio" (Paranoia 12)

Alberto (43 anni) - "Il mio incubo sono quelli che ti chiedono che Ivrea vorresti ma che poi in realtà  non ti ascoltano " (Paranoia 13)

Davide (56 anni) - "Che questa città diventi Santhià senza la stazione. Un paesone di cavalli, di carrozze del bel tempo contadini, o perduto, di un Carnevale teatro dell'imbecillità più mediocre" (Paranoia 14)

Sara (17 anni) - “Un giorno frana la Serra morenica di Ivrea e travolge tutto, improvvisamente. Tipo terremoto. Molti muoiono e gli altri vanno via. Colpa dell'uomo che voleva studiarla meglio con degli scavi e ha provocato una frana” (Paranoia 15)